Caro Luciano,
Una generazione o quasi due ci separano, ma il suo nome è sempre stato presente nella mia vita.Molto prima d’avere l’onore di suonare con lei, l’ascoltavo su Radio Lugano. Lei era molto stimato, le sue interpretazioni illuminavano quotidianamente la vita musicale di Lugano.
La si poteva incontrare spesso ai concerti, sempre sorridente, sempre con una parola gentile, un incitamento a continuare con la musica… Non eravamo molti a Lugano ad essere musicisti, era una piccola cerchia, ci conoscevamo tutti. Poi le prime amicizie, Lorenzo Bianconi, le Jeunesses Musicales, la scoperta di Monteverdi, del clavicembalo, del continuo. E’ stato ancora lei a consigliarmi di partire per studiare.
Durante i miei studi a Ginevra, ci fu la scoperta del Monteverdi di Michel Corboz, e di nuovo, questa volta tutti e due come professionisti, l’incontro nel suo Ensemble Instrumental. I miei primi concerti. La ascoltavo spesso con la sua voce grave raccontare cose interessanti sulla vita, sulla musica, sempre con tanta modestia. Amavo anche leggere le lunghe lettere che lei mi scriveva per mettere a punto ogni dettaglio di una futura collaborazione, per raccontare i suoi numerosi cambiamenti di domicilio o i suoi innumerevoli aneddoti mai aneddotici.
Poi la scoperta del violino barocco ed ancora una volta ci siamo trovati insieme a Lugano per registrare alcune sonate italiane del XVII° secolo. Mentre i musicisti intorno a me si chiedevano che cosa mi fosse accaduto, Luciano, lei mi ha aiutato a convincermi che la mia ricerca era giusta e mi ricordo del suo entusiasmo.
Poi ci siamo ritrovati intorno ad un fortepiano. Si trattava di Haydn. Mi ricordo di averla vista seduto di fronte a questo strumento, lei si dichiarava stanco, ma appena le sue dita toccarono la tastiera ci fu una cascata di perle brillanti, rapidissime, perfette. Nessuna esitazione. Questo concerto così pieno di musica è rimasto indelebile nella mia memoria.
Da qui il mio desiderio di prolungare questo momento e di registrare un disco accompagnandola.
E ancora una volta suonando con lei ho ritrovato tutte le abbaglianti qualità musicali per le quali la nostra generazione le è debitrice.
Amo in lei anche questa generosità semplice quando lascia i suoi cachets e i suoi strumenti ai giovani musicisti intorno a lei che ne hanno bisogno. In questa vita agitata che tutti conduciamo, dove la musica troppo spesso diventa un mestiere e non più un piacere, trovo sempre in lei una natura sincera, profonda, calma che dovrebbe essere quella di ogni musicista.